sul titolo

scrivo alle 7.00 di mercoledì 3 ottobre: è il momento di concludere.
Siamo partiti da "ammorsature"- suggerimento di Calamandrei a noi pervenuto attraverso il manifesto di Ventotene. Concept da tesaurizzare ma termine troppo tecnico e opaco. Ci è venuto incontro lo slittamento sull'incastro, certo più potabile e meno stressante. Complice una segnalazione libraria: "Incastri distanti" che ha il vantaggio di condensare la dinamica del libro e delle biblioteche (in semiotica: intertestualità, intratestualità, etc.), quell'essere vicini, dorso a dorso, quello sfiorarsi dei testi che chiamiamo cultura. Distanti e vicini nello stesso tempo, sullo stesso scaffale, nella stessa libreria, spesso nella stessa stanza.



Altra proposta, una variazione sul tema, è "incastri d'inchiostro" (o d'inchiostri). Tra i plus ovviamente c'è il tono poetico che si deve alla paronomasia e all'allitterazione. Tra i minus il tener poco conto della tecnologia, della multimedialità e degli e-book. 
Si aggiunge però, un po' casualmente, un recente incastro di cui si parla qui 
e che, anche se in zona Cesarini, potremmo recuperare come sponsorizzazione. Gli acquerelli di liquirizia (DOP e biologica) sono - alla lettera - un incastro d'inchiostri.

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